Sport assente nei programmi della politica: che errore
Quanto la nostra società sia cambiata, anche negli usi e nei costumi quotidiani, lo si può capire anche osservando le attività sportive dell’estate. Un tempo, finiti i campionati e le manifestazioni della stagione ci si fermava un po’ approfittandone per riorganizzarsi e preparare il futuro. Ora l’estate è ricca di proposte, manifestazioni, incontri. Tempestate lo abbiamo chiamato al Csi. E infatti lo sport è sempre più ingrediente presente e importante nella vita della gente. Così ho vissuto i tempi dell’estate leggendo ogni giorno di qualche iniziativa, un po’ ovunque, dalle spiagge alle montagne, dalla pianura alle città. Settembre però mantiene il suo sapore di ripresa. È il mese della riapertura degli uffici, delle iscrizioni. Il mese più intenso per i dirigenti delle società sportive e, di conseguenza, anche per noi. Ho partecipato in agosto al Meeting di Rimini, osservando in particolare l’afflusso di gente presso il Padiglione dello sport. Ho incontrato lì davvero una marea di persone, dai rappresentanti delle istituzioni ai semplici cittadini, a tanti giovani pieni di entusiasmo e di voglia di vivere, oltre che di essere protagonisti di un’Italia bella e solidale. Ho parlato con parecchi dirigenti, raccogliendo le loro preoccupazioni sul presente e sul futuro dello sport in Italia. Siamo tutti in attesa di capire quale sarà il destino dell’attività sportiva. In particolare lo siamo noi, responsabili di uno sport privo di grandi mezzi, che vive di entusiasmo e del lavoro di gente a volte semplice, ma capace di servire. Siamo una realtà particolarmente radicata sul territorio, presente negli oratori, nelle parrocchie, nelle città piccole e grandi come nei paesi, in montagna come in pianura o sul mare. E siamo, a detta di tutti i responsabili delle istituzioni, una risorsa importante. Eppure ho la sensazione che in pochi abbiano capito quanto sia importante aiutare questo mondo a continuare il proprio cammino. Perché purtroppo, strada facendo, sul sentiero delle società sportive sono stati posti ostacoli e difficoltà di ogni genere. La regolarizzazione dello sport è sacrosanta e deve proseguire. Gli aspetti legali, sanitari, assicurativi, economici, vanno affrontati con l’attenzione che meritano. Ma abbiamo tutti bisogno, ormai, di certezze, di semplificazione, di rispetto. Temo che l’avvio di una nuova fase politica, su cui ovviamente non posso che augurarmi che sia per il bene della Nazione, non sia il migliore: nei programmi che leggo non c’è la parola sport da nessuna parte. Eppure la politica afferma unanimemente che lo sport sia fondamentale, che noi siamo necessari, che lo sport porta benessere, aiuta la formazione dei giovani e tutela la salute degli adulti, che grazie anche allo sport la società e migliore e si vive meglio insieme. Ma poi? Capisco che ci siano tanti altri problemi e rispetto chi se ne sta facendo carico, però ricordo con forza che la tutela dello sport di base che viene praticato attraverso le vere società sportive di base è davvero fondamentale. Scherzare con lo sport e danneggiarlo, perdendo la voglia di fare dei nostri dirigenti è peggio che scherzare con il fuoco. Pertanto apriamo la stagione 2019–2020 con qualche preoccupazione, con la speranza che siano tutte angosce infondate destinate a dissolversi presto. Ma per il bene dello sport continueremo a vigilare e faremo sentire, se necessario, la nostra voce.